Nel 2020 saranno più di 8 i settori in cui l’offerta di lavoro supererà la domanda. A dimostrarlo uno studio della Fondazione Italia Orienta, che ha stilato una classifica delle professioni più ricercate sul mercato e di quelle che stanno registrando un trend negativo.
Infermieri cercasi disperatamente! – Da qui a sette anni crescerà in maniera esponenziale la richiesta di infermieri. Ad oggi sono 391mila. Nel 2020 ne occorreranno 266mila unità in più. Notizie positive anche per i chimici: lavorano 8 giovani su 10 e il primo contratto (nel 46% dei casi si tratta di ‘indeterminato’) arriva a 2 mesi dalla laurea. Nel campo dell’agricoltura sono, invece, 8 le figure più richieste e tra queste l’alchimista di campagna e il food blogger. A tirare è anche la green economy: quasi 20 i profili sulla cresta dell’onda (l’eco auditor e l’eco chef i preferiti dai selezionatori).
La laurea in scienze motorie – Scienze motorie, una laurea che fa muovere il lavoro. In controtendenza con alcune statistiche che posizionano scienze motorie tra le lauree più inflazionate, il rapporto di Italia Orienta dice che a un anno dalla laurea triennale trova lavoro il 78% dei laureati in questo settore. Aumentano poi le imprese che cercano dottori nel campo economico e statistico. Il settore prevede circa 110.410 assunzioni.
I profili che non conoscono crisi -Informatici e ingegneri restano in cima alla classifica delle richieste. L’albo nazionale degli informatici professionisti indica, ad esempio, particolari carenze nel reperimento di project manager e web marketing. Tra le lauree più richieste al primo posto si colloca ingegneria gestionale (94%), seguita da ingegneria meccanica (89,7%).
L’artigianato si riconferma il settore più bisognoso di risorse umane. Oltre ai falegnami, in vetta alla classifica anche gli installatori di infissi, i panettieri, i pasticceri, i sarti, e i cuochi. Commessi (5.000), camerieri (più di 2.300), parrucchieri ed estetiste (oltre 1.800 posti) tra i mestieri più difficili da trovare. Architetti, medici veterinari e odontotecnici registrano, invece, un trend negativo. Solo nel settore degli odontoiatri c’è un rapporto odontoiatra-paziente (1:850) assolutamente non in linea con il rapporto ottimale. Secondo l’Oms, la proporzione dovrebbe attestarsi intorno al 1:2000.
Sulla base di questi dati, la Fondazione Italia Orientaha realizzato un manifesto programmatico fondato su una politica di orientamento permanente. Tra le proposte fatte al governo quella di un coinvolgimento consapevole e responsabile degli studenti e delle famiglie.