LabItalia – Ben 13,8 milioni di italiani lavoratori si portano al lavoro cibo preparato in casa e di questi sono oltre 5,6 milioni quelli che dichiarano di farlo regolarmente, con un aumento record del 15% nell’ultimo triennio. E’ quanto emerge dall’anteprima del rapporto Coldiretti/Censis sul tema ‘Gli effetti della crisi: spendo meno, mangio meglio’, illustrata dal presidente del Censis, Giuseppe De Rita, e dal presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo, al Forum internazionale dell’agricoltura e dell’alimentazione, organizzato a Cernobbio da Coldiretti in collaborazione con lo Studio Ambrosetti.
Un lavoratore su quattro – spiegano Coldiretti/Censis – si porta, dunque, la ‘gavetta’ o la ‘schiscetta’ in ufficio o in fabbrica per risparmiare, ma anche per essere sicuro della qualità del pranzo o semplicemente perché si preferisce ricordare sapori e profumi casalinghi. Tra i comportamenti di sobrietà intelligente più diffusi va però segnalato il fatto che ben 41,9 milioni di italiani (88%) tra i quali 24,7 milioni di donne (95,7%) e 17 milioni di uomini (78,8%), dichiarano di preparare alimenti fatti in casa travolti da un’onda trasversale che coinvolge i giovani (89,2%), gli adulti (89,7%) e i longevi (82,5%).
“Si è di fronte – continuano Coldiretti/Censis – a una specie di ritorno al passato rispetto alle prime fasi dell’industrializzazione e urbanizzazione del Paese quando la conquista della modernità passava anche dall’acquisto della pasta piuttosto che dalla sua realizzazione in casa. Per gli italiani che dalle campagne e dai piccoli comuni affluivano nelle grandi città lasciare le tradizionali abitudini culinarie come quella di farsi una serie di prodotti in casa e comperarli presso i negozi di alimentari o i primi supermercati era una straordinaria e simbolica conquista del nuovo benessere. Oggi dopo le ondate di mucca pazza e la riscoperta della genuinità come valore, il fatto in casa agli occhi degli italiani torna a valere di più del prodotto acquistato”.
Preparano cibi in casa – evidenziano Coldiretti/Censis – le casalinghe (95,6%) come le lavoratrici (98,2%). Dolci (oltre 32 milioni), pizza (quasi 30 milioni) e pasta (27 milioni) sono i cibi a cui gli italiani dedicano più spesso una preparazione casalinga seguiti da conserve, salse di pomodoro (16,7 milioni), pane e marmellate (16 milioni) e yogurt (5,6 milioni). Alla costruzione della qualità soggettiva va ascritta anche la voglia di cucinare sempre meglio, di riuscire a preparare pietanze particolari, di buona qualità. Imparare a cucinare bene – concludono Coldiretti/Censis – è questione di talento, di pratica e di acquisizione di cognizioni adeguate; la voglia di cucinare bene è all’origine di una vera e propria corsa alla raccolta, selezione e messa in pratica di indicazioni, ricette, consigli, proposte.
Infatti, dall’indagine emerge che: 42 milioni di italiani (88,4%) dichiarano di leggere e utilizzare ricettari, 13,7 milioni regolarmente (28,9%) e 28,3 milioni di tanto in tanto (59,5%); 37,1 milioni di italiani (74,9%) seguono programmi Tv di cucina, sui prodotti tipici o di alimentazione, di questi 10,7 milioni lo fa regolarmente (21,7%) e 26,4 milioni di tanto in tanto (53,2%); 26,7 milioni di italiani che cucinano seguono i consigli di celebri chef (56,2%): 5 milioni lo fanno regolarmente (10,6%) e 21,7 milioni di tanto in tanto (45,6%).
“Preparare in casa il pane, la pasta, le conserve, lo yogurt o le confetture, oltre ad essere divertente e salutare, aiuta a risparmiare garantendosi la qualità degli ingredienti utilizzati”, ha affermato il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo, nel sottolineare che “l’attenzione alla cucina e alla qualità dell’alimentazione trova riscontro nel boom degli acquisti di prodotti locali a chilometri zero direttamente dagli agricoltori che garantiscono una maggiore freschezza e genuinità delle ricette”.