Ha venticinquenne, è di origine coreana, ma vive da sempre in Italia, e ha iniziato la sua carriera imprenditoriale quando frequentava il liceo: parliamo di Guk Kim (nella foto), oggi alla sua terza impresa, rivestendo il ruolo di amministratore delegato. La sua creatura è Cibando, un’applicazione che consente agli utenti di trovare i ristoranti più vicini, scoprendo subito tutte le caratteristiche del locale.
Guk Kim, laureato in Economia e Business Administration alla John Cabot University, negli ultimi anni ha fondato diversi siti web, tutti attualmente operativi e considerati dei casi di successo. Ora supervisiona lo sviluppo strategico e l’amministrazione generale della sua azienda attuale, collaborando sui vari aspetti dell’iniziativa con il suo team dislocato in varie parti d’Europa. “La necessità personale, la voglia e il bisogno di risolvere determinati problemi sono il vero motore di ogni impresa che ho creato – afferma Guk – La parte legata al business arriva subito dopo, ma la prima scintilla è rappresentata dalla consapevolezza di una necessità.”
La scintilla che ha dato vita a Cibando – “Tutto è nato da una necessità, da un problema personale: quando ero alla guida di Mobatar, la società che avevo fondato nel 2008, non sapevo dove andare a mangiare quando ero in viaggio da Roma a Milano per lavoro (per incontri con investitori e potenziali clienti). Milano, infatti, per me era una città nuova. Così, mi capitava di utilizzare spesso il servizio 89.24.24, ma era a pagamento e l’operatrice al telefono mi forniva solo dati basilari come, ad esempio, le distanze per raggiungere un determinato ristorante o una trattoria (non mi dava informazioni riguardo il costo e i piatti particolari che potevano essere proposti). Partendo da queste considerazioni mi sono chiesto: ‘Perché non realizzare un’applicazione realmente utile per gli utenti, per consentire non solo di trovare un ristorante, ma soprattutto capire cosa offre quel determinato ristorante?’. In questo modo, infatti, ogni utente ha la possibilità di trovare il ristorante giusto per lui e la sua scelta diventa più consapevole. Da qui ha preso vita Cibando, che ha mosso i suoi primi passi nel 2010.
Cosa significa essere un imprenditore, oggi – “Essere un imprenditore richiede due caratteristiche fondamentali: essere persistenti e non arrendersi. Fare l’imprenditore, infatti, è veramente complesso ed esserlo in Italia rappresenta una fonte inesauribile di problemi e difficoltà. Analizzando la questione nello specifico, una difficoltà costante per chi si trova alla guida di un’impresa (escludendo la burocrazia) è la selezione del personale: se penso alla mia esperienza personale e ai diversi colloqui che abbiamo fatto, ad esempio, ho notato a volte una mancanza di voglia di lavorare e ‘rimboccarsi le maniche’ (nonostante la disoccupazione in Italia stia toccando percentuali altissime). Inoltre, non manca la difficoltà nel trovare persone che sappiano parlare in modo fluente l’inglese: questo, per noi, è un aspetto fondamentale, perché uno dei nostri obiettivi è puntare al mercato estero.
Un’altra complessità (riferita al sistema in generale), infine, è legata alla questione “vacanze”: ad esempio, all’inizio, quando dovevamo chiudere un round di finanziamenti con uno dei nostri fondi di investimento (tedesco), volevamo concludere tutte le operazioni verso agosto, ma questo era impossibile. Nel mese di agosto, infatti, non c’erano notai disponibili, perché tutti erano in ferie e questo ha creato delle piccole difficoltà.”
Come dare vita a un’impresa “vincente” – “Per avviare un’impresa vincente è fondamentale partire sempre con l’idea più semplice possibile e realizzarla nel modo più economico e veloce possibile. Dopo aver fatto questo, bisogna puntare subito a generare fatturato. Il primo passo per rendere una società davvero vincente, infatti, è essere cashflow positive – spiega Guk – Per quanto riguarda la scelta di un percorso formativo e professionale da parte di un aspirante imprenditore, invece, penso che sia fondamentale dare più importanza all’esperienza lavorativa, mantenendo lo studio come supporto (l’aggiornamento continuo è essenziale). Scegliere di dedicarsi soltanto allo studio, vedendo come unico obiettivo il conseguimento della laurea, non penso sia la decisione migliore: ad esempio, nel mio team ci sono due persone che non hanno frequentato l’università, ma lavorano benissimo e sono dei veri professionisti. Questo mi fa capire che il titolo di studio non conta quando ci sono in gioco dei progetti imprenditoriali importanti: preferisco senza dubbio assumere un ragazzo che ha provato ad avviare una propria azienda, sbagliando e tentandoci, piuttosto che portare nel team un ragazzo con alle spalle un’esperienza come stagista in una grande multinazionale. Il primo, infatti, farà sicuramente più errori, ma avrà già la ‘pelle dura’, perché sicuramente avrà passato notti insonni a causa dello stress e avrà compreso cosa significano certe dinamiche.”
Gli obiettivi futuri di Cibando – “Per avere la possibilità di compiere un passo davvero importante, un’azienda non può restare in Italia e noi stiamo lavorando proprio per in quest’ottica – conclude Guk – I nostri obiettivi, infatti, sono numerosi e ambiziosi, ma quello principale è riuscire ad aprire Cibando in un altro paese europeo. Siamo molto vicini a tale passo e speriamo di raggiungerlo entro la fine di quest’anno.”